Storia e PassioneLa musica classica è noiosa

Aprile 17, 2020by Prico Musica3
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di Fabio Micera Come ho scoperto che si può ascoltare musica senza parole, e che le frasi cantate dalle soprano non sono a caso.

La prima volta che ho ascoltato un brano di musica classica ho creduto di aver sbagliato lato della cassetta.
Aspettavo aspettavo ma la domanda era sempre la stessa: ma dove sono le parole?
Abituato alle canzoni, era inconcepibile che di un brano potessi ascoltarne “solo” la musica.
Lasciai perdere. Era noioso e per vecchi con il papillon.

Qualche tempo dopo, credo intorno al 2000, per l’inaugurazione di un parco pubblico vicino casa ero ad un concerto. La scaletta prevedeva esibizioni alquanto diverse: c’erano i 24 grana (per i quali ero andato), Piero Pelù e poi una formazione da camera. Non avrei mai immaginato che proprio quella formazione mi avrebbe fatto vivere un momento di rivelazione.
Mentre si esibivano – Mozart, Serenata per fiati – dalla folla partivano urla e sfottò Piero Angela presenta : il mondo di Quark!” , “ci volete far addormentare?” e un’altra che – devo ammettere – mi fece ridere “we si sta alzando il serpente!” (l’originale era leggermente più colorata).

Il caso volle che mentre piovevano queste invettive, il clarinettista che era il più esposto, si trovasse a suonare una nota lunga, con il dito medio. Coincidenze. Ma quella nota con quel dito puntato verso l’appassionato ofiologo restarono nella mia mente più a lungo del concerto.

Allora anche loro erano ribelli! Ritornato a casa cercai quel pezzo su internet. Ad ogni ascolto mi ritornava in mente la scena di quel signore vestito per bene, da professore di liceo che aveva fatto un gesto per me così da rockstar.

Dopo un paio di mesi se non sbaglio, ero a fare una gita…pardon, un‘uscita didattica al Teatro San Carlo. C’era la prova d’orchestra aperta al pubblico – e questo era male, ma quella uscita ci aveva fatto saltare due ore di matematica – e questo era bene. Con il mio amico Marco, decidemmo di sederci dietro due ragazze molto carine di un’altra classe che, sapevamo, essere studentesse di musica classica.
Il nostro piano era semplice: fingere di essere interessati per fare amicizia con loro.

Probabilmente avevamo scritto in faccia il nostro intento o il fatto che non ci capivamo nulla…fatto sta che appena ci videro ci fecero delle domande a trabochetto. Ricordo che ci chiesero “vi piace questo pezzo?” e noi “ahhhh ma questo è bellissimo!”. Si misero a ridere.

Quando capimmo che era l’orchestra che stava accordando gli strumenti era ormai troppo tardi.
Rassegnati crollammo nelle poltrone avvolti dal buio.
Primo pezzo: Habanera della Carmen. La conoscevo ma perché?

Dopo un pò di pensare, ecco! Era la musica della pubblicità di uno smacchiatore! (Avrei imparato di li a poco che molta musica classica veniva utilizzata per sponsorizzare questo o quel prodotto).
Il caso ha un modo tutto suo di insegnarti le cose, ma con una regia impeccabile aveva fatto si che il pezzo successivo fosse proprio quella Serenata di Mozart, quella che avevo ascoltato qualche mese prima. Restai rapito. Quel nuovo ascolto, in quel teatro con le luci spente e la musica viva ebbero l’effetto incantatore di mille sirene. Come un pugile che non si accontenta arrivò il colpo di grazia: Il secondo brano fu eseguito da tutta l’orchestra. In pochi secondi fummo investiti da un’onda sonora. Era un po’ come stare al mare ed essere presi di sorpresa, la stessa vertigine, trattenuta fino al punto di scoppiare che si libera poi in un battito accelerato. All’improvviso sembrava che i violini che combattessero con i flauti, i corni si imponessero in crescendo, le percussioni esplodessero improvvise, segno di una imminente un’eruzione del Vesuvio.

Terminata la prova e riaccese le luci, restai seduto per quello che mi parve essere un tempo infinito.
Quello che avevo appena vissuto mi aveva sconvolto. Rimasi tutto il giorno in silenzio.
Dopo qualche giorno mia zia mi regalò per Natale un cd dei Queen. Non era musica classica ma fu l’ultimo colpo. Non ebbi più dubbi e comunicai ai miei che avrei voluto iniziare a prendere lezioni di pianoforte.

Fu così che la musica mi sedusse, un po’ alla volta.
Una delle prime volte venni accolto a scuola di musica da una melodia che veniva dalla sala prove dei fiati, melodia familiare ormai anche a voi. Esatto! Era la Serenata (per chi è curioso, infilo link). Converrete con me che a quel punto non potevo che essere certo di essere a casa.

Quando il mio maestro suonava, un po’ mi annoiavo ma mi imponevo di trovare un passaggio a cui appigliarmi. Qualcosa che mi colpiva c’era sempre e così quando ero a casa e riascoltavo il pezzo andavo in cerca di quel passaggio ma nel frattempo ne scoprivo un altro che mi piaceva e così via. A lezione ho imparato che le canzoni sono una delle tante forme in cui può presentarsi la musica e che -soprattutto- non era lei ad essere noiosa, ma ero io che non sapevo cosa ascoltare. I musicisti sono state persone molto più terrene di come qualcuno voglia farli passare. L’aura di gelida perfezione che ruota attorno a certa comunicazione musicale è forse il vero problema (ma ne parleremo in un altro articolo).
Ad ogni buon conto il bello della buona musica è proprio questo : se tu l’ascolti ti regala emozioni senza tempo e quel brivido ti fa sentire di essere vivo.

A proposito se volete sapere com’è andata a finire con quelle due ragazze del teatro…beh proprio come nei film: si sono fidanzate, non con noi.
E per voi, quale pezzo è stato la chiave d’ingresso nella musica?

Ecco li link della Serenata

3 comments

  • Francesco Carmine Miniello

    Giugno 3, 2020 at 2:01 pm

    La musica è un linguaggio che usa le parole dell’animo o del cuore che dir si voglia

  • Claudio

    Giugno 3, 2020 at 6:30 pm

    La musica è ARTE ,l arte del sentimento puro,triste o allegra ti regala sempre emozioni forti,ti da speranza e la forza di affrontare mete e traguardi irraggiungibili… la musica è arte .. la musica è VITA

  • Daniele

    Giugno 4, 2020 at 5:08 am

    La musica é…
    …. se ti limiti ad ascoltarla perdi di vista il significato insito di ogni sublime forma d’arte.
    L’arte va percepita, deve essere fruita dai sensi non basta acquisirla attraverso organi sensoriali… Non sono un musicista , ma ho la fortuna di aver capito come nutrire la mia anima costantemente con l’arte, che sia visiva, auditiva o entrambe… non conta …questo mi rende parte di un progetto più elevato e mi fa sentire vivo. Questo conta.

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