Storia e PassioneIl mistero del manoscritto di Mozart

Maggio 17, 2020by Prico Musica2
Graben 1719

di Guglielmo Esposito

Un manoscritto scomparso, un'allieva dedicataria di una delle più complesse e belle composizioni di Mozart e la presenza di un paio di lettere, forse, dal contenuto troppo compromettente per essere divulgate.

Maria Theresia von Trattner (nata von Nagel, 1758-1793) la giovanissima moglie di Johann Thomas, circa quarant’anni più giovane di lui, la quale fu allieva di pianoforte di Mozart dal dicembre del 1781. E proprio lui Mozart, è il terzo incomodo. Il 23 gennaio 1784, si trasferì con Constanze al Trattnerhof al terzo piano, in uno dei più piccoli appartamenti lì presenti, composto da due camere, cucina e bagno. Vi rimase fino al 29 settembre dello stesso anno.Nella sala da concerti all’interno del palazzo, insieme al suo amico e collega Georg Friedrich Richter, pianista virtuoso e compositore, diede con grande successo di pubblico ed economico tre concerti per sottoscrizione. Probabilmente suonò i nuovi concerti per pianoforte e orchestra K 449, K 450 e K 451. Continuò a dare lezioni private a Maria Theresia e tenne anche un concerto privato nell’appartamento dei Trattner al primo piano.Questo legame di amicizia e rispetto durò negli anni successivi, infatti i Trattner furono i padrini di diversi figli della coppia Mozart, generando la composizione e dedica alla giovane pianista della Fantasia in Do minore K 475 e della Sonata in Do minore K 457. Entrambi i lavori furono pubblicati da Artaria nel dicembre del 1785 come Opus 11, anche se sul frontespizio di un manoscritto redatto da un copista di Mozart si legge scritto dall’autore stesso: “Sonata Per il Pianoforte solo composta per la sig.ra Teresa de Trattnern dal suo umilissimo servo Wolfgango Amadeo Mozart. Vienna li 14 d’ottobre 1784”.

 

Ambedue le composizioni non furono semplicemente dedicate a Theresia, ma furono scritte prettamente per lei ed in aggiunta Mozart allegò due lettere dove spiegava come la sonata dovesse esser interpretata. L’unico problema è che queste lettere non sono mai giunte a noi.
Come sua allieva, i due passavano molto tempo insieme e ben presto si creò un legame così forte e speciale con la giovane ragazza, che divenne la musa ispiratrice di questo ambizioso quanto importantissimo pezzo. La fantasia e sonata rappresenta la composizione più significativa nel panorama pianistico di Mozart. La ricchezza tematica, la complessità strutturale e la passione che emana, ne hanno fatto una pietra miliare per le generazioni successive di compositori.
Dopo la morte di Mozart, Constanze cercò di recuperare le lettere, visto che sapeva della loro esistenza, ma Theresia si rifiutò più volte di cederle. La ragione di questa opposizione non è nota, però si può supporre che il contenuto delle lettere non fosse limitato semplicemente all’interpretazione della musica e quindi, onde evitare qualsiasi scandalo, si è sempre caldamente rifiutata di separarsi da loro. Nel 1793 Theresia morì anch’essa all’età di 35 anni e nel 1911 il Trattnerhof fu demolito ed al suo posto furono eretti un paio di edifici nuovi.

Le uniche testimonianze autoriali autentiche riguardo alla fantasia ed alla sonata erano limitate alla prima edizione pubblicata da Artaria nel 1785 ed il manoscritto con dedica, di cui abbiamo parlato poco fa. Questo manoscritto, che conteneva soltanto la sonata ed è conservato presso la Biblioteca Nazionale di Israele a Gerusalemme, è abbastanza rilevante perché al suo interno sono presenti alcune correzioni di mano di Mozart, servite per tutte le edizioni pubblicate successivamente a quella del 1785. Il manoscritto originale di Mozart, nel tempo, è passato in diverse mani fino al 1915, anno in cui se ne perdono le tracce. Come possa un’opera così importante, sparire dal palcoscenico della storia per quasi un secolo resta un mistero.

Fatto sta che nel luglio del 1990, Judith DiBona account manager presso l’Eastern College di St. David, in Pennsylvania trova una vecchia cassaforte alla Eastern’s sister institution, della Eastern Baptist Thelogical Seminary di Philadelphia al cui interno vi erano due fascicoli con su scritto “musica sacra”, la qualcosa fece scattare l’attenzione della donna, essendo una pianista dilettante.
Possiamo solo immaginare lo stupore della Di Bona quando una volta aperti trovò musica di William Howard Doane, di Haydn, Louis Spohr, Meyerbeer ed infine un manoscritto rilegato con quello che sembrava la Fantasia e Sonata di Mozart. Subito portati all’attenzione di Gary D. Rindone, tesoriere e vicepresidente per le finanze al seminario, il quale contattò varie università tra cui la University of Pennsylvania, la quale diede disponibilità nel fornire uno specialista per l’autenticazione certificata dei manoscritti, Eugene K. Wolf, il quale si adoperò a studiare i manoscritti di Mozart dai quali si ricavò il processo compositivo della sonata e fantasia. La carta utilizzata per la fantasia è di tipo diverso rispetto a quello della sonata e l’inchiostro presenta un colore marroncino rispetto a quello della sonata. Inoltre il primo e terzo movimento della sonata si trovano sullo stesso tipo di carta, rispetto al secondo movimento, che è stato scritto prima degli altri, ma la cosa ancora più sorprendente è che questo Adagio è consultabile nella sua forma originale. Questo ci permette di capire come Mozart avesse pensato la composizione e magari intuire il contenuto delle lettere scritte per Theresia.
Il movimento presenta il tema che poi viene successivamente sviluppato. A battuta 17, dove dalla prima edizione abbiamo la ripetizione del tema in una forma variata, qui nel manoscritto leggiamo “Da capo 7 täckt”, ossia da capo 7 battute presupponendo la necessità di ripetere in quel punto le prime 7 battute del movimento. Più avanti nel pezzo ritroviamo la stessa dicitura in corrispondenza della ripetizione del tema. Girando la pagina del movimento, si trovano un paio di versioni abbellite del tema, ognuna di esse presenta la frase “bey der ersten Reprise” e “bey der 2ten Reprise”, ossia alla prima ripresa e alla seconda ripresa. Queste differiscono di poco dalla versione che noi tutti conosciamo, però ci fanno capire che la dicitura “da capo 7 battute” non significava ripetere esattamente le stesse note del tema, ma abbellirle, definendo anche l’indirizzo didattico del pezzo diretto alla sua allieva.

Inoltre, attaccato al bifolio dell’adagio, troviamo una singola pagina, sulla quale sono presenti un gruppo di variazioni ed una coda abbellita dell’Adagio, si tratta della versione variata del tema e la coda che noi tutti conosciamo, ossia la stessa che fu stampata da Artaria nel 1785. Mozart operò dei cambiamenti che vanno dall’aggiunta dettagliata di dinamiche, all’intensificazione della densità armonica e ritmica dei passaggi.
Il manoscritto della Fantasia e Sonata in do minore furono messi all’asta da Sotheby’s a Londra il 21 novembre del 1990 e furono venduti per £880,000 sterline ad un consorzio di istituzioni culturali austriache ed il manoscritto adesso si trova all’interno dell’Internationale Stiftung Mozarteum di Salisburgo.

So che morite dalla voglia di ascoltare i brani per cui ecco i link!

A presto

 

 

Bibliografia:

MICHAEL LORENZ, Mozart in the Trattnerhof, 8 settembre 2013

VOLKMAR BRAUNBEHRENS, Mozart in Vienna, trad. Timothy bell, New York: Grove Weidenfeld, 1990

EUGENE K. WOLF, The Rediscovered Autograph of Mozart’s Fantasy and Sonata in C Minor, K 475/457, in the Journal of Musicology, Volume X, N. 1, Inverno 1992, University of California Press, pp. 3-47

PIERO MELOGRANI, WAM: La vita e il tempo di Wolfgang Amadeus Mozart, Laterza, terza edizione, 2010

2 comments

  • Massimo Cinque

    Maggio 18, 2020 at 8:49 am

    Che Mozart avesse un animo alquanto libertino lo sapevo, ma non conoscevo la storia di questa Sonata.

  • Giacomo Di Sarno

    Maggio 28, 2020 at 7:36 pm

    Ottima lettura. È sempre interessante scoprire lati più nascosti e umani di personaggi che ci vengono consegnati sottoforma di austeri dipinti o mezzi busti bronzei.

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