Storia e PassioneLo spirito del violino

Giugno 16, 2021by Prico Musica

di Dario Patti

Tutti amano il violino, cosa lo rende così intrigante, piacevole e famoso? E’ considerato lo strumento melodico e virtuosistico per eccellenza e la sua vita è piena di aneddoti, storie di grandi esecutori e leggende tramandate nel tempo che lo hanno raccontato come lo strumento del Diavolo, di Lucifero per essere precisi. Ma è davvero così? Andiamo con ordine.

Il Violino fa parte della famiglia degli archi insieme alla viola, al violoncello e al contrabbasso.
Questi strumenti hanno un timbro omogeneo e compatto, tanto che possono costituire un gruppo strumentale chiamato quartetto che per i compositori del ‘700 era considerato la migliore espressione di equilibrio musicale. Nella famiglia, il violino occupa il posto del soprano ed ha un’estensione più acuta rispetto agli altri elementi.  Gli strumenti a corda esistevano già nell’antichità, nel Medioevo servivano ad accompagnare le sonate dei menestrelli.

Tuttavia la storia del violino ha inizio dopo il 1500, quando Andrea Amati fonda la sua bottega e dà il via a quella che sarà conosciuta, nel mondo, come la scuola dei liutai cremonesi che annovera grandi maestri come Giuseppe Guarneri del Gesù (1698 – 1744) e Antonio Stradivari (1644 – 1737) , le cui opere raggiunsero un livello di perfezione ancora oggi considerato insuperabile.Proprio questi due impareggiabili firme mi hanno ricordato una recente intervista al M° Uto Ughi che possiede violini di entrambi i liutai. In quella occasione ha ricordato quanto essenziale sia l’esercizio continuo e la disciplina atletica per raggiungere la libertà di suonare senza più l’ostacolo della materia, per avvicinarsi alla verità musicale col solo spirito. Lo spirito appunto che anima la storia  e le storie sul violino.

Uno strumento capace di un suono spirituale e sensuale allo stesso tempo, vicino alla voce umana, ma con in più le possibilità funamboliche degli effetti che la voce  non riesce a raggiungere e della polifonia che una voce soltanto non può ottenere. Il violino si suona con la partecipazione fisica e, a differenza del pianoforte che è più statico, il suono è più facilmente adattabile alle esigenze espressive del musicista.
Questo gli dona sensualità e carica spirituale, ciò emerge ancor di più se ammiriamo le caratteristiche sonore e le differenze tra le due grandi firme dei liutai cremonesi.

Il Maestro Uto Ughi possiede un Guarneri del Gesù del 1744, uno degli ultimi che ha prodotto e uno Stradivari del 1701 chiamato ‘Kreutzer’ perché appartenne a Rodolphe Kreutzer, il violinista a cui Beethoven dedicò la famosa Sonata. Sono entrambi della grande scuola di liuteria di Cremona, ma sono due violini molto diversi tra loro. In pittura lo Stradivari assomiglierebbe a un quadro di Giotto, a un affresco di Raffaello, al Beato Angelico. Il Guarneri invece avrebbe le tinte scure e misteriose di Vermeer, di Rembrandt, di Caravaggio.
Si potrebbe dire che uno è l’Apollineo, l’altro il Dionisiaco”.
Una descrizione del genere ci fa percepire quanto il suono del violino possa scuotere e muovere corde dell’anima molto profonde e diverse. Ci deve essere un motivo per cui è spesso associato al demonio, mentre molti altri strumenti e suoni sono considerati celestiali, quasi in odore di santità.

 

Un repertorio pericoloso

Guardando poi al repertorio violinistico diventa ancora più chiaro questo riferimento, per esempio una sonata per violino di Giuseppe Tartini è nota come “Il Trillo del Diavolo” e Goethe scriveva che in Niccolò Paganini si vedeva “molto chiaramente la presenza del demoniaco”, tanto che i suoi contemporanei lo chiamavano il “violinista del diavolo”.
Storicamente questa percezione si diffuse per mezzo della fervida fantasia ottocentesca, secondo cui la Bellezza avrebbe origine peccaminosa e uno strumento capace di tale sensualità non poteva che essere frutto del peccato, del demonio appunto. Paganini infatti, aveva una tale padronanza tecnica, impensabile per l’epoca e la voce che avesse stretto un patto col diavolo circolò molto velocemente; pare che lo stesso Paganini sfruttasse quest’aura oscura.
E’ giusto, a questo punto, soffermarsi su questo legame tra le emozioni che provoca il violino e il suo legame con Lucifero.

Perché ci si è domandato così spesso da dove provenga la spiritualità del violino?

Non bisogna dimenticare che Lucifero era un Angelo caduto, ma è chiaro che la più straordinaria fonte di creatività musicale viene da Dio. Il violino non fa eccezione. Va detto che Lucifero è descritto nella Bibbia anche come il maestro di Musica del Paradiso. Non è un caso d’altronde che Tartini affermasse che il suo “Trillo del diavolo” non fosse stato composto da lui, ma interpretato dal demonio stesso in un sogno. Può darsi che suggerendo che la musica provenisse da Lucifero, Tartini stesse in un certo senso dicendo che era musica celeste, forse senza alcuna associazione sinistra.
Se pensiamo ad altri grandi compositori notiamo quanto le migliori loro opere fossero legate all’assoluto, al divino e non certo al demonio; tra le più belle composizioni di Giuseppe Verdi si annovera il Requiem, come di Schubert, Mozart e Bach sono le Messe. La musica di questi geni era intrisa di una fede potentissima.

Per citare il M° Uto Ughi:

“La musica è ricerca dell’assoluto, un tuffo nell’eternità, una porta d’accesso al trascendente. Attraverso la musica l’uomo cerca liberarsi dalle scorie della materia e accedere a un’altra forma di esperienza, non materiale. L’assoluta padronanza tecnica del proprio strumento, ossia della materia che produce il suono, è la condizione senza la quale il viaggio non può nemmeno iniziare. Tanto che si potrebbe dire che la storia di ogni musicista è la storia di un corpo a corpo con la materia che si è ostinata a tenerlo prigioniero.”

E’ la ricerca di questo assoluto e della purezza che rappresenta il vero inferno, la lotta quotidiana per trascendere i limiti fisici e raggiungere vette spirituali che rendono la musica che facciamo un gesto divino, che in qualche modo ci avvicini alla perfezione celeste.
Direi che la ricerca della verità musicale per un musicista è il viaggio verso la volontà del compositore per raggiungere il cuore di ciò che voleva esprimere e l’interprete aggiunge la strada che ha percorso per arrivarci e tutto avviene attraverso  lo spirito che si nutre e punta all’assoluto.
La Musica è portatrice di luce , illumina le vite e il mondo e forse su questo si basa il paradosso dello spirito del violino. Demonio o Divino?

 

Curiosi di ascoltare Il Trillo del Diavolo?

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